Revoca del provvedimento

L’istituto della “revoca del provvedimento” è disciplinata dall’art. 21- quinquies della legge 241/1990, a seguito della sua introduzione con la legge 15/2005 (e delle successive modifiche intervenute con il decreto legislativo 104/2010 e del decreto legge 133/2014). Il testo dell’articolo reca: 1. Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero nel caso di mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell’adozione del provvedimento o, salvo che per i provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici, di nuova valutazione dell’interesse pubblico originario, il provvedimento amministrativo ad efficacia durevole può essere revocato da parte dell’organo che lo ha emanato ovvero da altro organo previsto dalla legge. La revoca determina la inidoneità del provvedimento revocato a produrre ulteriori effetti. Se la revoca comporta pregiudizi in danno dei soggetti direttamente interessati, l’amministrazione ha l’obbligo di provvedere al loro indennizzo. 

Con la legge 7/2007 è stata disposta, inoltre l’aggiunta del comma 1-bis che reca: “1-bis. Ove  la  revoca  di  un  atto  amministrativo  ad  efficacia durevole o istantanea  incida su rapporti negoziali, l’indennizzo liquidato dall’amministrazione agli interessati è parametrato al solo danno emergente e tiene conto sia dell’eventuale conoscenza o conoscibilità da parte dei contraenti della contrarietà dell’atto amministrativo oggetto di revoca all’interesse pubblico, sia dell’eventuale  concorso  dei  contraenti o di altri soggetti all’erronea valutazione  della  compatibilità  di  tale  atto   con l’interesse pubblico.

 

 

 

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